Sudafrica, l'atletica ha nuove frontiere

23 Aprile 2017

Il lunghista Manyonga migliora ancora a 8,65. Van Niekerk pensa ai 300 di Ostrava e intanto mette il turbo anche sui 200: 19.90 davanti a Simbine, sprinter da 9.89.

di Giorgio Cimbrico

Luvo Manyonga continua l’avvicinamento ai 9 metri, obiettivo di vita. “Sono nato nel ’91, l’anno del mondiale di Powell e toccherà a me superare il muro”. Dopo 8,62 di Pretoria, a marzo, titolo nazionale conquistato atterrando a 8,65. Solo in tre (Phillips, Saladino e Tsatoumas) hanno fatto meglio del vicecampione olimpico (battuto di un centimetro...) in questo primo scorcio di secolo. L’exploit è venuto a Potchefstroom, 1350 metri di quota. Alle spalle di Luvo che ha avuto un vento a favore di 1,3 a favore ed è ora 12° di sempre, Rushwal Samaai è andato a pizzicare il vecchio record sudafricano di Khotso Mokoena, 8,50, centrando un importante 8,49.

VIDEO | LUVO MANYONGA SALTA 8,65 A POTCHEFSTROOM

Molto altro in questa ricca effervescenza del paese arcobaleno. Akani Simbine, dopo 9.92 e 9.93 a Pretoria, ha sparato 9.94 in semifinale e nella sfida per il titolo ha chiuso in 9.95, un metro avanti a Wayde Van Niekerk, 10.04, a stretto contatto con Thando Roto, stesso tempo. Wayde ha messo in vetrina condizione superba nei 200: 19.90, con due metri e mezzo su Simbine, 20.15. Esaminate le variazioni apportate di recente all’orario dei Mondiali, il giovanotto che ha fornito a Rio il risultato più tonante può cominciare a pensare all’accoppiata 200-400.

Van Niekerk aveva già firmato il contratto per il 56° meeting di Ostrava del 28 giugno: correrà i 300 sulla pista dove, nell’edizione 2010, Usain Bolt, 30.97 in condizioni climatiche piuttosto difficili (capita spesso da quelle parti), minacciò il record mondiale, 30.85, che Michael Johnson catturò proprio nel paese di Wayde, ai 1300 metri di Pretoria, nella primavera del 2000: in quel momento l’Espresso di Waco stringeva in pugno gli scettri dei 200 (19.32), dei 300 e dei 400, con il 43.18 di qualche mese prima, ai Mondiali di Siviglia.

I 300 si corrono di rado, ma fatalmente si corrono molto spesso... durante i 400, e così è interessante andare a dare un’occhiata alla storica giornata del 14 agosto dell’anno scorso quando Wayde si impadronì del record del mondo del “quarto” andando a sfiorare, per quattro centesimi, una fragorosa discesa sotto i 43 secondi.

VIDEO | WAYDE VAN NIEKERK CORRE I 200M IN 19.90

Se l’ex-giocatore di rugby del liceo di Cape Town, cugino di Cheslin Kolbe (pure presente a Rio, nella nazionale a 7 del Sudafrica) era in testa ai 100, passati in 10.7, non lo era più ai 200: in quel momento LaShawn Merritt aveva lanciato il suo assalto. Il tratto tra 100 e 200 in 9.6 è il più veloce mai registrato, così come il passaggio a metà gara in 20.4: battuto il record di Fred Newhouse, 20.6 ai Trials del ’72. Il problema, per Merritt, è stato che anche Van Niekerk riuscì ad andare sotto quella furibonda prima parte: 20.5. L’esaurirsi di LaShawn non è venuto di schianto: 31.0 ai 300 per Wayde, 31.2 per lui, in una riproposizione “decimale” del risultato centesimale di Kingston dell’11 giugno, quando Van Niekerk aveva avuto la meglio 31.03 a 31.23 proiettando se stesso e l’americano alla terza e alla quarta posizione nella lista di tutti i tempi della distanza che a lungo ha ricevuto l’etichetta di “spuria”.

Quando aveva trasmesso una prima violenta scossa, conquistando il titolo di campione del mondo a Pechino in 43.48, Van Niekerk era passato in 31.4, eguagliando il Quincy Watts di un quarto di secolo fa a Barcellona: il tempo finale dello “spartan” dell’University of Southern California era stato analogo, 43.50.

Come capita abitualmente, il finale della gara che assegnava l’oro olimpico si è risolto in una crudele gara a chi cala di meno. Van Niekerk ha corso gli ultimi 100 in 12 secondi, assai più lento sia di Michael Johnson a Siviglia, 11.52, sia soprattutto di Butch Reynolds a Zurigo nell’88: quel 43.29 fu benedetto da uno strepitoso 11.2 finale, frutto di una distribuzione che non si può che definire mirabile. Merritt chiuse in 12.6, subendo la rimonta (43.76 a 43.85) del grenadino Kirani James, che seppe aggiungere l’argento brasiliano all’oro londinese.

Alla luce di tutte queste ricostruzioni, di queste esplorazioni segmento per segmento, non resta che attendere quel che combinerà nel capoluogo della Moravia l’allievo di Ans Bohta, detta Tannie (Zietta), l’anziana signora di schiatta boera che ha seguito l’evoluzione di chi è sceso sotto i 10 secondi, sotto i 20 e, quasi, sotto i 43. Il record all comer sudafricano resterà a Michael Johnson, ma quello mondiale ha buone chances di cambiare padrone.

SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it


Wayde Van Niekerk (foto Colombo/FIDAL)


Condividi con
Seguici su: