Paralimpici: Dedaj salta sull'oro

22 Luglio 2017

A Londra l’azzurra conquista il titolo mondiale del lungo T11. Oggi la chiusura con Caironi, Legnante e staffetta maschile.

Alla settima giornata di gare arriva una nuova grande soddisfazione per la Nazionale di atletica paralimpica impegnata ai Mondiali di Londra. Questa volta è Arjola Dedaj ad appendere in bacheca il secondo oro per gli azzurri e la medaglia numero 7 dell’Italia a questi Campionati. La portacolori delle Fiamme Azzurre trionfa nel lungo T11 assistita in pedana dalla guida Vanessa Palombini e aggiunge così il metallo che mancava alla sua collezione dopo il bronzo conquistato agli Europei di Grosseto nel 2016 e l’argento continentale di Swansea di due anni prima. In gara Dedaj rompe il ghiaccio con 4,33 in terza posizione cui segue il 4,61 che la fa balzare in testa alla classifica dopo i primi tre tentativi. Il terzo è 4,02, il quarto le vale il podio a 4,65 per poi concludere con 4,59 e 4,45. Le avversarie non riescono ad impensierirla: la giapponese Chiaki Takada, argento, si ferma a 4,49, mentre il bronzo va alla cinese Huimin Zhong con 4,44.

La sua vittoria corona una stagione assolutamente positiva che l’ha vista ritoccare di 20 centimetri il primato italiano. A fine gara la saltatrice non vedente dichiara: “Quest’oro vale tanto per me. È una medaglia che voglio dedicare al mio fidanzato Emanuele Di Marino e alla Coppia dei Sogni che porta avanti questo progetto con tanta tenacia. Ringrazio la mia famiglia perché ci è sempre stata vicina nelle nostre imprese. Quando ho capito che avevo vinto, ho pensato che i sacrifici pagano; l’importante è non arrendersi mai e superare i propri ostacoli. Prima di iniziare ero un po’ agitata, mi ha confusa la pedana di stacco a 3 metri che mi ha sfalsato la rincorsa. Ho fatto buoni salti anche se ho regalato dei centimetri. Sono riuscita finalmente ad avere la clap del pubblico che desideravo da tanto tempo”.

Nell’ottava giornata di gare, sesta posizione sui 100 T51 per il plurimedagliato paralimpico Alvise De Vidi. Dopo il quinto posto nel giro di pista, l’atleta veneto taglia il traguardo in 24.17 nella sua gara meno favorita: “Non è un tempo eccezionale ma ho gareggiato secondo le mie possibilità. Non sono rammaricato come per i 400 perché qui sapevo che il podio era lontano. Mi penalizza la partenza dove non riesco a dare la spinta ma è un problema che conosciamo da anni. Volevo ringraziare mia madre per quello che ha fatto quest’anno e dedicare un pensiero a Margherita”. L’oro è del belga Peter Genyn (21.10), l’argento va al collo del finlandese Toni Piispanen (21.54), mentre è l’algerino Mohamed Berrahal a vincere la medaglia di bronzo (22.08).

Giuseppe Campoccio apre con un ottavo posto la nona giornata. Nella finale del disco a categorie accorpate F33/34 il tenente colonnello del Paralimpico Difesa trova la misura buona di 24,86 che gli permette di accedere agli ultimi tre lanci di finale e concludere nei primi otto al mondo pur avendo una cerebrolesione più grave degli avversari (F33). Il primatista italiano piazza la serie iniziale di lanci da 23,60 a 24,83 e 24,86, mentre le prove finali sono 22,48, un nullo e 24,01. Il cinese Yanghang Wang vince l’oro con un lancio da 37,16 davanti all’iraniano Siamak Saleh (35,02) e al tunisino Mohamed Krid (34,35). Campoccio, già medaglia di bronzo nel peso a questi Campionati, fa una valutazione del suo risultato: “È una grandissima soddisfazione essere stato l’unico europeo entrato in finale e aver lasciato dietro alcuni atleti F34. Sono anche contento di aver avuto il mio tecnico Nadia Checchini in pedana con me.

Oggi ho gareggiato per il lanciatore degli Emirati Arabi Absduallah Hayayei che ha perso la vita qui in allenamento con il pensiero che fosse lì con noi”. Sulla sua esperienza a Londra dice: “È stata splendida. Finita la gara sono crollato in un pianto liberatorio per tutto quello che ho vissuto qui. Ho realizzato solo adesso di aver fatto un Mondiale a 51 anni e aver fatto onore all’Italia prendendo la prima medaglia della nostra spedizione”.

C’è orgoglio nel team azzurro per aver schierato ben due atleti nella finale dei 200 T44 e uno nella finale dei 200 T43. Alla penultima giornata di gare dei Mondiali paralimpici di atletica, inizia Simone Manigrasso a sorprendere di nuovo per le sue prestazioni in costante crescita. Dopo l’argento nei 400, è suo il sesto posto dietro ad alcuni mostri sacri della specialità come l’americano Jarryd Wallace (oro con 22.37), il greco Michail Seitis (argento in 22.53) e il sudafricano Arnu Fourie (bronzo con caduta al traguardo, sempre in 22.53). Anche stavolta però lo sprinter lombardo non si accontenta e lascia il segno siglando a questi Campionati il primato italiano di 23.66 e migliorandosi di 16 centesimi in due giorni, di cui 10 rispetto a ieri. In gara ottima la sua accelerazione in avvio e buona la fase lanciata sul rettilineo per concludere tra i primi sei al mondo al suo esordio iridato. Manigrasso è contento: “Finché si migliora, va sempre bene. Sono molto onorato di aver gareggiato con questi atleti top level avendo iniziato ad allenarmi solo da poco. Ho avuto un po’ di timore di inciampare come ieri e quindi ho corso con maggiore attenzione. Speriamo di concludere in bellezza con la staffetta domani”. Nella stessa finale Emanuele Di Marino ottiene l’ottavo posto con una gara corsa in buona distribuzione. All’arrivo chiude in 24.56, dopo il 24.53 della batteria: “Per me questa era la prova più difficile. Ho confermato più o meno il tempo di ieri e sono contentissimo di aver raggiunto la finale e di vedere il nuovo miglioramento di Simone. La staffetta di domani sarà ancora un’altra storia”.

Nella finale dei 200 T43 i pronostici della vigilia sono stati rispettati ma un grande Andrea Lanfri si va a prendere con prepotenza il primato tricolore di 22.51, strappando quasi un secondo e mezzo alla migliore prestazione assoluta (23.96) che gli apparteneva. Il velocista toscano conclude in quinta posizione su cinque concorrenti con il primo gradino del podio che va al tedesco Johannes Floors (21.50) mentre gli americani Hunter Woodhall (21.72) e Nick Rogers (21.88) conquistano rispettivamente l’argento ed il bronzo. A fine gara Lanfri dichiara: “Sono finalmente soddisfatto della mia prestazione perché sul finire stavo recuperando l’americano (Aj Digby). Ho spinto nei primi 40 metri e poi mi sono lasciato andare. Questa gara la sento mia, ma ci vuole ancora tanto allenamento per arrivare a medaglia. La strada è certamente giusta”.

Domenica 23 luglio sarà il grande giorno di Martina Caironi che si cimenterà nel lungo T42 (ore 19:00) e di Assunta Legnante pronta per il peso F11 (ore 20:04), senza dimenticare la staffetta 4x100 T42-47 (ore 20:33) che è l’ultima fatica per gli azzurri.

Giuliana Grillo (FISPES)

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File allegati:
- RISULTATI/Results
- Orario degli azzurri in gara


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